Ecco cosa cambia con la nuova riforma del gioco in Italia

Per il settore del gioco in Italia, che tanto sta andando bene negli ultimi anni sia dal punto di vista digitale che dal punto di vista fisico, ha il via una vera e propria rivoluzione, una vera e propria svolta. Il Consiglio dei ministri, infatti, ha recentemente approvato il nuovo schema del decreto legislativo per quanto concerne il riordino del settore dei giochi, con un occhio di riguardo in particolar modo al comparto online. Le innovazioni che riguardano casinò che offrono bonus, promozioni ed offerte in modo da incentivare al gioco i propri clienti sono tante, tantissime. 

La prima, che è anche la più grande e la più importante, riguarda l’annuncio di un nuovo bando d’asta per le concessioni. In questo senso, infatti, le licenze avranno un costo superiore rispetto a quello precedente, arrivando anche ai 7 milioni di euro. La crescita del gioco online ha portato all’incremento di questi costi, anche perché si parla di una crescita in costante via di sviluppo, che già dal 2019 al 2023 è passata da 36 miliardi e 400 milioni di euro a più di 82 miliardi. Questo cambiamento farà benissimo anche alle casse dello Stato, tanto che in quelle dell’Erario entreranno circa 350 milioni nel corso del 2025.

Quali sono le altre novità nel mondo del gioco in Italia

Altre menzioni particolari vanno dedicate alle prossime assegnazioni del Lotto e dei Gratta e Vinci, le quali partiranno da una base d’asta di un miliardo di euro, e alle questioni che riguardano l’evasione fiscale, il riciclaggio e tutti i vari reati relativi al settore del gioco. In questo senso, infatti, la riforma specifica che tutte le ricariche da più di 100 euro in contanti dovranno essere obbligatoriamente effettuate mediante degli strumenti di pagamento elettronici tracciabili e sicuri. 

Un importante cambiamento riguarderà anche la questione legata alle tasse per i cittadini, tanto che il Governo potrebbe raccogliere i fondi necessari per l’abbattimento delle imposte. Si tratta di un finanziamento che raggiunge quota 15 miliardi di euro, i soldi necessari ed utili per prorogare nel 2025 il taglio del cuneo fiscale e l’IRPEF a tre aliquote.

Alcune delle voci contrastanti sul tema del riordino del settore del gioco in Italia

Sono diversi anni, ormai, che le organizzazioni del Terzo settore richiedono una legge organica che sia in grado di regolamentare il gioco in Italia.
In questo senso la richiesta sembrava essere stata accolta dal momento in cui l’esecutivo guidato da Giorgia Meloni, il cui Partito ha vinto anche le elezioni europee, le quali nelle Marche hanno visto
trionfare Matteo Ricci, andate in scena l’8 e il 9 giugno, ad agosto del 2023 aveva assegnato al governo, all’interno della Legge Delega per la riforma fiscale, il compito di riordinare le disposizioni vigenti per quanto concerne i giochi pubblici. 

Tuttavia, il percorso auspicato non è mai stato portato a termine e, anzi, non è neanche mai iniziato come ci si aspettava davvero. L’errore, infatti, secondo le voci contrastanti, sarebbe stato quello di dividere il comparto fisico da quello digitale, quando in realtà si tratta di due dimensioni strettamente connesse e collegate tra loro. Il Presidente di Avviso Pubblico, Roberto Montà, non ha mai visto di buon occhio la crescita del settore del gioco in Italia, che invece negli ultimi anni è stata assolutamente costante. Secondo quanto riportato dai dati del Libro Blu, infatti, nel corso del 2022 la raccolta legata al settore del gioco ha raggiunto quota 136 miliardi di euro, in crescita del 292% rispetto ai numeri del 2006. A partire dal 2020, inoltre, c’è stato il sorpasso del comparto online ai danni di quello fisico. 

Secondo Avviso Pubblico, un altro errore da parte del governo sarebbe stato quello di aver istituito presso il ministero dell’Economia e delle finanze una Consulta permanente dei giochi pubblici ammessi nel nostro Paese a cui partecipano anche i rappresentanti dei concessionari. Questa scelta, secondo Avviso Pubblico per l’appunto, rischia seriamente di sminuire la tutela della salute, oltre a creare anche un’atmosfera ambigua per quanto concerne il ruolo e il compito dell’Osservatorio in merito al contrasto alla diffusione del gioco. 

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