In merito alle nuove tariffe per la refezione scolastica, stabilite da questa Amministrazione, l’assessore ai Servizi Educativi Loredana Maria Laura Maghernino precisa quanto segue: “Prima di tutto sgombriamo il campo dalla contestazione, totalmente infondata, secondo cui c’è stato un aumento del 20%. Per capire come stanno le cose bisogna fare un passo indietro e partire dall’ultimo adeguamento Istat, risalente addirittura al gennaio 2020: da allora, ad un costante aumento del costo della vita, quindi anche dei prodotti, non è corrisposto alcun incremento delle tariffe. Comodo per chi ha amministrato negli ultimi tempi, meno comodo per chi, come noi, si è trovato ineludibilmente a dover dare una risposta concreta ad un incremento, rispetto al 2020, che nel frattempo ha toccato, attenzione, quota 16,2%”.
“Abbiamo quindi messo mano alle tariffe con grande attenzione e sensibilità verso le categorie più deboli – va al punto l’assessore – In primis abbiamo elevato a 6mila euro il tetto per l’esonero dal pagamento. Poi abbiamo ridotto le fasce di reddito da 33, numero record forse in Italia, a 7, in modo da garantire trasparenza ed evitare continui ‘salti di fascia’ al minimo aumento o diminuzione di Isee, cosa che per anni ha generato grande confusione. Infine, per ciascuna nuova fascia, abbiamo calmierato l’aumento senza mai farlo arrivare neanche al 16,2% dell’Istat, figuriamoci al 20% che ci viene contestato. La previsione di bilancio del 2026, in termini di incassi dalla refezione scolastica, è sì superiore del 20%, ma non certo solo per gli aumenti, bensì per il semplice fatto che i pasti passeranno dagli attuali 340mila ai 360mila del prossimo anno scolastico”.
“Tra l’altro – conclude l’assessore Maghernino – grazie ad uno sforzo dell’Amministrazione il necessario ed inevitabile adeguamento delle tariffe sarà attivo solo dal prossimo anno scolastico, mentre quest’anno la differenza di costi sarà coperta da risorse messe a disposizione dall’ente”.
Condividi: