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Sul grande schermo arriva PescAmare

L’attesa è finita. Tra pochi giorni approderà finalmente sul grande schermo il film-documentario dedicato alla marineria fanese PescAmare, che porta al cinema la tradizione marinaresca della città di Fano, valorizzando la storia, la tradizione e il lavoro di tante famiglie fanesi, così come il prodotto ittico ed enogastronomico locale.

La pellicola, per la regia di Andrea Lodovichetti e la sceneggiatura di Luca Caprara per Lobecafilm, sarà presentata alla città sabato 15 dicembre alle ore 16 durante il PescAmare Day al Cinema Politeama di Fano. Seguiranno quattro proiezioni a ingresso gratuito, sempre nella giornata di sabato, alle ore 16,30, 18, 19,30 e l’ultima alle 21, in cui sarà possibile vedere il filmato definitivo di circa 45 minuti. Alla realizzazione di PescAmare ha partecipato una troupe di professionisti fanesi (Giovanni Furlani e Luca Vagni alla fotografia, Nicola Nicoletti al montaggio, Michele Conti al sound design, Francesco Montesi alle musiche) che, coordinata da Lodovichetti e Caprara, ha dato vita al progetto omonimo, realizzato dal Comune di Fano col contributo del PO FEAMP 2014-2020 Priorità 4 Azione 3.1 denominato “Promozione e diffusione del prodotto ittico locale e valorizzazione delle tradizioni enogastronomiche”, tramite la Regione Marche e il FLAG GAC Marche Nord.

Nato da un’idea di Lodovichetti e Caprara di ben 15 anni fa, PescAmare ha iniziato il suo lungo cammino col teaser di presentazione, proiettato in anteprima durante la Festa del Mare dello scorso agosto e riproposto a settembre durante il convegno “Il futuro del porto di Fano”. In entrambe le occasioni ha suscitato grande interesse e commozione. Il teaser, sottotitolato in inglese, è anche sbarcato in Croazia, insieme al sindaco di Fano Massimo Seri, per il primo Joint Annual Meeting dei Forum delle Camere di Commercio dell’Adriatico e dello Ionio, Forum delle Città dell’Adriatico e dello Ionio (FAIC), e Uniadrion, che si è svolto a ottobre a Spalato. Obiettivo della proiezione in una cornice internazionale, quella dei Comuni dell’area Adriatico-Ionica, era promuovere il prodotto ittico e l’enogastronomia legata a esso, passando dalla valorizzazione delle tradizioni e dell’identità delle persone che lavorano in questo settore.

“E’ un grande lavoro – ha detto il sindaco di Fano Massimo Seri, presente in conferenza stampa – unico per la nostra città, per la prima volta dedicato alla nostra marineria. Abbiamo eccellenze e competenze, creatività e talento nella nostra città, che sono stati valorizzati in questo lavoro.”

Parallelamente alla produzione del documentario è stata attivata una campagna di comunicazione, coordinata dall’agenzia Zarri Comunicazione, e una pagina Facebook “Pescamarefano” in cui si raccolgono testimonianze, aneddoti, fotografie, video della vita di mare in oltre 70 anni di storia. Il coinvolgimento e la volontà della cittadinanza nel partecipare direttamente alla vita della community, condividendo il proprio materiale, è stato altissimo, a riprova del fatto che il mondo del porto, del mare, della pesca è vicino a una larghissima parte di Fano. Laddove la parte online del progetto PescAmare è quasi esclusivamente dedicata alla memoria e ai ricordi, il documentario intende invece raccontare non solo ciò che fu, ma anche e soprattutto ciò che è. “Il nostro – ha detto Andrea Lodovichetti – è un omaggio, quanto mai sentito, alla marineria fanese: di ieri, di oggi. E di domani.” “Questo lavoro – ha spiegato il vice sindaco Stefano Marchegiani – farà il punto sulla marineria e il porto di Fano, aggiungendo una pagina importante al racconto della città. E’ un passo avanti per raccontarci”.

Oltre alla pagina Facebook, è online il sito www.pescamarefano.it, dedicato al progetto che vivrà sabato 15 il suo momento clou con la proiezione dell’intera pellicola.

Giovedì 13 dicembre il Politeama ospiterà invece stampa, autorità e cittadini che hanno partecipato attivamente alla realizzazione del film durante una proiezione riservata alle ore 16.

E’ da qualche anno che tendo, come tanti, a dire e pensare che la marineria fanese non esista più. Probabilmente perché alle immagini del porto di oggi si sovrappongono, emergendo prepotentemente dal cuore, quelle di quando eravamo (più) piccoli. Ricordi ancora vivi di un porto gremito, dove scafi stipati come sardoncini in una cassetta troppo piccola “sgomitavano”, accarezzati dal vento, fremendo nervosi per quella stasi momentanea, come in balìa di un’indomita impazienza di riprendere il largo. La stessa dei marittimi che, richiamati da sirene invisibili, gravitavano, quando non impegnati in mare, nella zona portuale. Con mille scuse. Per mille ragioni. Sempre.

Il porto della Fano di oggi è comunque ricco. Di un’umanità variegata e strabordante, caciarona e instancabile. Multietnica: nordafricani, cingalesi, indiani, egiziani. E anche italiani, certo. Ma anche fanesi: ed è proprio questo il punto. La marineria fanese non è morta. Affatto. Credo di aver sempre commesso un errore pensandola così, per quanto in buona fede possano farsi certi discorsi, e credo che quella definizione sia intellettualmente e tecnicamente errata: la marineria non è morta e non morirà almeno fino a quando si potranno sentire gli echi intercalanti dei cùgio e dei ció, provengano essi da bordo dei natanti, tra le reti a terra o sugli orli delle banchine. Marinai, de Fàn, che lavorano, oggi, con la medesima forza e passione degli anni passati: né più, né meno. E nonostante tutto.

Per una necessaria questione di rispetto ritengo occorra abbracciare questo pensiero (che diventi, di fatto, consapevolezza) prima di affermare, in quegli impulsivi, dolorosi afflati nostalgici tipici della nostra specie: en c’è più niènt, en c’è armàst più nisciùn (non c’è più niente, non c’è rimasto più nessuno). Fosse ancora presente anche solo uno, dei nostri marinai, ed uno soltanto. Uno, ed uno soltanto.

La parte online del progetto PescAmare è quasi esclusivamente dedicata alla Memoria, ai ricordi, ai nostri vecchi lupi di mare, alle storiche famiglie che hanno donato alla nostra città validi parón e operosi marinai, maestri nelle attrezzature e nei sistemi di pesca. L’omonimo documentario, invece, intende raccontare e omaggiare non solo ciò che fu ma anche (e soprattutto) ciò che è; non solo quelli che furono, ma anche quelli che SONO. L’auspicio di una rinascita generale che riporti la marineria fanese agli antichi fasti penso debba passare anche attraverso la doverosa affermazione di questa presenza. In un componimento in vernacolo di qualche tempo fa, così tentavo di esprimere il concetto:

Se i guârdi sa’l còr, ancora più a fónd

senti le vóc’ e le ònd e i crucâi:

atóri d’un film, personaggi d’un mónd

t’un “cinema” apért e ch’én vrìa chiùda mâi.

(Se li guardi con il cuore, ancora più in profondità, senti le voci, il rumore delle onde e il verso dei gabbiani. Sono come attori di un film, personaggi di un mondo in un cinema ancora aperto…e che non intende assolutamente chiudere i battenti)

Dunque come non dare loro un sostegno, un ridòss, per lo meno quello dell’anima, quello romantico, forse inutile se non addirittura patetico; quello che però, seppur per un attimo, ha la magia di farci sentire meglio come persone, come comunità, come figli di questo mare che, inevitabilmente ignaro, continua a regalarci i suoi frutti?

E’ esattamente questo il “taglio” del lavoro: il tentativo di restituire ai fanesi le atmosfere legate al mónd marinâr di oggi, quelle che abbiamo avuto il privilegio di vivere, a bordo e in terra, con le nostre videocamere. Abbiamo quindi deciso di lasciare moltissimo spazio alle immagini, ai suoni, ai colori, in modo naturale, senza interferire… in punta di piedi. Questa “discrezione” nell’approccio filmico ha trovato totalmente d’accordo tutta la squadra. Luca Caprara, Giovanni Furlani, Luca Vagni, Nicola Nicoletti, Michele Conti, Francesco Montesi: è stata, di fatto, una co-regia, una sorta di lavoro collettivo, perché tutti, forti di un comun sentire, abbiamo dato un contributo fondamentale alla narrazione.

Pochi ma importanti concetti costituiscono il cardine di questo nostro lavoro: ricordare è doveroso. Legittimare è importante. Sperare è umano. E sognare non è infantile, mai.

Onore alla marineria fanese. Di ieri, di oggi. E di domani.

Andrea Lodovichetti

Regista del Documentario “PescAmare”

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